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giovedì 4 novembre 2010

HO VISTO UN UFO

"Stavo percorrendo contromano l'autostrada sulla mia bicicletta Enterprise come faccio ogni notte prima di addormentarmi, quando, verso le due, ho visto un bagliore nel cielo tipo quello quando ho dato fuoco al fienile di mio zio. Dopo essermi fermato sulla corsia di sorpasso, ho legato la bicicletta al guardrail di mezzeria con i lacci delle scarpe per evitare furti e mi sono inoltrato nella boscaglia coraggiosamente. Dopo aver percorso cento metri col passo del giaguaro esco finalmente dal roveto che costeggiava l'autostrada ridotto ad un insieme di stracci multicolori e vedo parcheggiata su una radura una astronave di un modello per me sconosciuto. Mi avvicino furtivo con il passo del carabiniere, che consiste nel fermarsi ogni trenta metri e chiedere i documenti ad ogni cespuglio, e finalmente raggiungo il mezzo alieno, sicuramente una astronave da corsa, in quanto portava scritto appunto a poppa "SQUADRA CORSE", insieme al disegno di due coniglietti in atteggiamento equivoco e la scritta "Forza Inter", certamente un'abbreviazione di "Forza Interstellare". Mi son allora fatto coraggio e ho sbirciato dentro uno degli oblò del vascello alieno non senza però prima aver estratto dal nascondiglio celato dal risvolto dei pantaloni la mia fedele cerbottana caricata a mollica di pane. All'interno dell'astronave c'erano due esseri alieni tutti avvinghiati che lottavano furiosamente, forse per decidere chi doveva guidarla. Dovevano aver lottato per un bel pezzo, perché erano sudati e ansimavano vistosamente, e per il caldo si erano pure tolti i vestiti, tra un combattimento e l'altro. Pensando che potevo fare da paciere, ho bussato con le nocche sul materiale trasparente che ricopriva l'oblò e per tutta risposta uno degli alieni si è messo ad urlare e l'altro è uscito tutto furioso da uno sportello laterale venendomi incontro. Così mi sono messo a scappare, facendogli vedere però che non avevo paura e lo facevo solo per fargli piacere ed ho raggiunto la bice con il passo dell'affrettato, che consiste nell'allontanarsi da un luogo a velocità prossima a quella della luce. Ho pedalato e pedalato senza neanche fermarmi al casello, fino a che non sono arrivato a casa e mi sono coricato a letto, ancora in sella alla bice."

Questo è l'inquietante racconto fattoci pervenire dalla mamma di Robertino Seccin, 45 anni, stimato commercialista di Lombriate, protagonista suo malgrado di un'avventura ai confini della realtà conosciuta.

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